mercoledì 24 ottobre 2007

un po' di ospedale...


Ecco la seconda parte. Pensavo fosse più semplice scrivere una volta avuto internet in casa. In realtà sono sempre in giro per l'università e le altre cose e quando arrivo a casa ho solo bisogno di dormire. Le cose si stanno normalizzando. Oggi ho iniziato l'ultimo corso che mancava all'appello, ginecologia. La vita è intensa. Ogni giorno si va in ospedale. Si fa molta pratica. Il corso che mi sta piacendo di più è pediatria. È un'esame molto grande qui, vale circa 15 crediti. Andiamo tutti i giorni in ospedale (e lo faremo fino a fine gennaio). Si girano diversi reparti, ma quello principale per noi studenti è oncoematologia. Sono lì adesso. Anche se ha questo nome in realtà è come una medicina interna per bimbi. Si vedono molti tumori, del sangue ma anche solidi. Anche cose che nei nostri libri vengono descritte come rare o insolite. È una strana sensazione stare in un ospedale come quello romeno. Noi siamo abituati (sempre con le dovute eccezioni) a pulizia, piccole norme o abitudini imprescindibili. Non è proprio uguale qui. Le differenze partono dal camice. Alcuni hanno quello lungo, altri corto tipo maglietta. Sono abituati ad indossare uno strano copri-camice quando escono dall'ospedale, che assomiglia in tutto al nostro accappatoio. Non c'è un policlinico ma tanti ospedali spalmati un po' ovunque nella città. Spesso sono edifici fatiscenti, un po' come i grandi palazzoni in cui abitiamo. Le stanze sono tutto tranne che profumate. I pazienti si devono portare le coperte e per avere il cibo qualcuno deve andare in un punto ben preciso dell'ospedale a prendere la porzione (non sono neanche sicuro che sia gratuito... insomma niente donna che passa con il palmare alle 9.30 per chiedere le preferenze del menù!). La stanza della dottoressa che ci segue (sia ufficio sia ambulatorio visite) sembra un bazar... tutto quello che può venirmi in mente penso che lì dentro si possa trovare. È un po' spartano... sembra più un ripostiglio. Ci viene lasciata molta libertà. Al mattino appena arriviamo ci prendiamo delle cartelle cliniche e andiamo nelle stanze a fare anamnesi ed esame obbiettivo. È un buon modo per imparare la lingua, anche se abbiamo bisogno di intermediari. Ci sono i ragazzi malesi che vengono con noi nelle stanze. Sono un po' ignorantelli quindi alla fine possiamo fare noi le domande e EO. Ci sono dei bambini che davvero stringono il cuore. Alcuni stanno davvero male, proprio tanto. Mi chiedo come un corpicino così piccolo possa sopportare certe sofferenze. Il vantaggio di essere liberi nella prima parte della mattinata di girare per le stanze mi permette di giocare un po' con loro, strappare qualche sorriso... fare un po' il deficiente. Mi sono proposto una cosa... dopo i saluti chiedere il nome dei bambini e cercare sempre di chiamarli per nome, anche con i professori. Un grosso problema qui, spt con i ragazzi malesi, è che il malato diventa un po' un fenomeno da baraccone, un CASO INTERESSANTE... mi spiace ma non ci sto... allora cerco di chiamarli sempre per nome. La professoressa è molto in gamba. Ha un ottimo inglese e ne sa parecchio. Nella seconda parte della mattinata ci prende con lei e ci fa fare il giro da alcuni pazienti selezionati, sempre diversi, e ci spiega un po' di cose. L'altro giorno ci ha fatto visitare Theodora, una bambina di 16 anni con LES, di 38 kg. Penso di non aver mai visto una bambina così malata a quell'età (ok, con malattia diversa da AIDS). Ridotta a pelle e ossa, non può più muovere le gambe, fa fatica a respirare... è stata tutto il tempo a sorriderci però. Mi ha toccato parecchio. Vorrei tornarci nella sua cameretta. Mi ha ricordato un po' quello che ho letto su Chiara Luce. Non ho ancora portato i palloncini in ospedale, ma credo che venerdì inizierò la mia attività. Al massimo mi mandano fuori a calci... per lo meno sarà divertente per i bambini. Vorrei portare un fiore anche a Theodora.
,'altro corso di cui parlare un po' è chirurgia, se così si può chiamare. Scherzi a parte, l'abilità tecnica c'è. Stiamo andando prevalentemente in sala operatoria a vedere un po' di operazioni. È interessante, anche perchè fortunatamente vedo qualcosa di nuovo tutte le volte. Diciamo che non mi farei operare qui se non in caso di morte imminente. In sala entra chiunque, con divisa da sala o senza, con zoccoli o scarpe da strada... entra di tutto. I chirurghi che operano indossano camici di stoffa e non usa e getta... spesso già sporchi prima dell'operazione. In più operazioni ho visto il chirurgo lavorare senza maschera e alcuni operatori (infermieri o chi per loro... senza maschera né guanti). Gli attrezzi usati (quasi mai usa e getta) sono spesso arrugginiti... l'ultima volta il chirurgo aveva delle scarpe che erano sporche di sangue... penso fossero anni che non le lavava. Ho anche visto operare con la porta aperta. Delirante per certe cose. È vero che in ristrettezze così funziona. Mettiamola così è un buon training per l'Africa. Sto capendo sempre di più che la chirurgia non mi interessa. La ginecologia è ancora un forse. Oggi abbiamo avuto la prima lezione/pratica ed è stata molto interessante. Il professore è un tipo in gamba, molto preparato e con una grossa priorità... la qualità della vita del paziente.
Per quanto riguarda il resto oltre la scuola... va tutto abbastanza bene. Dai padri abbiamo iniziato la nostra attività di servizio. Ormai andiamo la domenica e anche il giovedì sera. Mi sto innamorando dei ROM. Sono odiati da tutti ma io li trovo interessanti... poi vabbè i bambini sono sempre bambini.

Questo weekend io e claudio vogliamo andare a visitare un posto qui vicino... dalle descrizioni sembra molto bello anche se il tempo ci sta dando un po' di noia. L'idea iniziale era andare in transilvania ma è troppo lontana e avendo solo 1 giorno e ½ non riusciamo.
Alcuni problemi sul fronte della convivenza. Gli altri due ragazzi non si trovano... o meglio hanno un po' troppe pretese. Non va bene niente, tutto fa schifo, tutto è marcio... insomma.. non ho scelto io per loro di venire in romania. Ieri c'è stata una discussione tra me e claudio e tutti gli altri. Si discuteva riguardo un esame per cui dobbiamo decidere delle cose. Noi abbiamo chiarito che ci terremmo a fare le cose bene. Abbiamo scelto di non mettere tutti gli esami che hanno caricato loro perchè ci terremmo a fare i nostri in modo decente. (loro stanno facendo una cosa un po' scorretta perchè hanno caricato gli esami per un anno e vogliono farli tutti in un semestre. Per poi tornare in italia e dare esami passati e infine a maggio tornare qui e firmare per dichiarare che sono stati un anno, anche se in effetti non è vero. Io e claudio ci siamo opposti e facciamo solo gli esami che ci spettano per un semestre...e già è difficile incastrare tutto. 5 corsi sono difficili da gestire... immaginate 12!!). dalla discussione è uscito di tutto. Ci hanno dato degli stronzi perchè facciamo più ore in ospedale e sembra che screditiamo loro di fronte ai prof, robe che non stanno né in cielo né in terra. Ieri poi claudio usando il loro computer per internet ha scorto una discussione che facevano con un altro ragazzo erasmus, in cui ci davano dei COGLIONI e programmavano di cercare casa con lui e lasciarci a piedi. Proprio oggi in una lettura leggevo “non rendere un torto subito ma perdona”... sto provando a farlo e ad aspettare l'evolversi della cosa in silenzio. È un po' difficile però sono sereno.
A parte questo tutto alla grande. Ci sentiamo presto. Un bacio a tutti.
Andre
p.s. Scrivetemi ogni tanto ;o)

1 commento:

Anonimo ha detto...

cool blog.