domenica 21 dicembre 2008

oggi sono in vena di citazioni

"Non la moglie dell’imperatore, o il premio Nobel per la medicina, non una donna manager dinamica dei nostri giorni, sceglie Dio, ma la piccola adolescente Mariam (la bella).
A lei chiede di diventare la porta d’ingresso per Dio nel mondo.
Cosa direste se domattina vi arrivasse una figlia o una nipote adolescente dicendo: Dio mi ha chiesto di aiutarlo a salvare il mondo? Appunto.
Invece Maria ci sta, ci crede e tutti noi non sappiamo se ridere o scuotere la testa davanti a tanta splendida incoscienza, tutti restiamo basiti (noi, razionali figli di Piero Angela) davanti alla sconcertante semplicità di questo dialogo, davanti all’ardire di una figlia di Sion che parla alla pari con l’Assoluto, che gli chiede spiegazioni e chiarimenti.
Dio ha bisogno della fresca incoscienza di un’adolescente, come già aveva scelto fra i pastorelli il più grande re di Israele, come sarà un ragazzo a fornire la merenda che sfamerà le folle nel miracolo dei pani. Perché noi adulti, spesso, siamo troppo savi per capire la bizzarria creativa e il senso dell’umorismo di Dio.
Dio sceglie Nazareth e, a Nazareth, sceglie Maria.
E a Nazareth, per trent’anni, Dio si nasconde nella quotidianità più semplice: bambino, adolescente, giovane falegname, come suo padre.
Durante quei trent’anni, milioni di persone gridavano la loro pena a Dio, giorno e notte, e Dio che faceva?
Sgabelli.Quanto parla questo assordante silenzio! Quanto dice di Dio questa sua scelta!A noi che sempre cerchiamo il plauso e la visibilità, l’efficienza e la produttività, Dio propone una logica diversa, la logica del “dentro”.
Scegliere Nazareth, un paese occupato dall’Impero romano, ai confini della storia, ai margini della geografia del tempo, in un’epoca sprovvista di mezzi di comunicazioni, per incarnarsi, ci rivela ancora una volta la logica di Dio, logica basata sull’essenziale, sul mistero, sulla profezia, sulla verità di sé, sui risultati imprevisti (e sconcertanti).
Animo, fratelli! Quando pensiamo di avere sbagliato tutto nella vita, di non avere avuto sufficienti opportunità, quando non siamo soddisfatti dei nostri risultati o siamo travolti dall’assordante incitamento di chi ci grida: “devi riuscire”, pensiamo a Nazareth, a questo modo di operare che ci sbalordisce e ci incanta. Una piccola settimana ci separa dal Natale e dal mare di banalità e di sofferenza che porterà ad alcuni. Andiamo a Betlemme, amici, così come siamo: come Davide nella prima lettura che vuole costruire un bel tempio al Dio, anche noi ci sentiremo rispondere: “lasciati fare, non preoccuparti di come hai preparato il tuo avvento, sono io che ti vengo incontro”. Che volete, così è il nostro Dio, lasciamoci incontrare!"




e poi anche una seconda frase che ho trovato in un libro che mi è capitato tra le mani...

"Essere medico ora mi comporta il pensare e pregare e credere per ognuno che soffre, per ripetermi sottovoce che esiste un senso anche per il dolore, innocente o colpevole che sia. E sperare, sperare, solo sperare che sia vero. perchè la lotta col male è impari, se la si combatte da soli"

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